L'olivo in Toscana conoscerlo per rispettarlo,allevarlo e conservarlo.
Con oggi voglio iniziare una serie di post dedicati all'olivicultura in Toscana e in special modo alle colline Pisane.
Oggi vi parlerò dell'olivo in quanto tale cioè della sua diffusione,delle sue principali caratteristiche del suo allevamento.
In questa sede tralascio volutamente l'aspetto legato a tutti quei problemi di natura economico-sociale alla quale le medie/piccole imprese toscane devono far fronte per la produzione di olio di alta qualità,promettendovi di affrontare l'argomento in un altro post.Concentrandomi sull'allevamento diciamo amatoriale dell'olivo nella mia zona di origine.
l'olivo è un albero originario del vicino oriente che è ormai diffuso in tutto il bacino del mediterraneo,l'olivo è una pianta della famiglia delle oleaceae,teme particolarmente il gelo,e il tal senso la Toscana rappresenta una sorta di limite alla coltivazione dell'olivo,motivo per cui in Toscana è difficile vedere esemplari di chiome secolari,perché circa ogni 30/40 anni una gelata colpisce il territorio costringendo i contadini a rigenerare le chiome.
Ogni olio è legato ad un proprio territorio, così una
cultivar autoctona ne sintetizza le caratteristiche.
Esistono centinaia di varietà (cultivar) di olive, da olio,
da mensa e a duplice attitudine, che hanno forma e dimensioni differenti
e sono caratterizzate da un diverso rapporto tra nocciolo e polpa
e quindi da un contenuto medio di olio variabile dal 10 a circa il 23 %. La
loro produttività dipende da moltissimi fattori, climatici
e colturali che determinano il ritmo biennale della piena produzione,compito del potatore e della potatura è attenuare questa alternanza.
Un numero così elevato di cultivar è dovuto a modificazioni
del genotipo (a causa di mutazioni gemmarie fissate per via vegetativa
o per incrocio spontaneo e successiva disseminazione) o per fluttuazione
dei caratteri varietali a seguito di condizioni ambientali.
Le principali cultivar toscane sono:
IL FRANTOIO
Diffuso in tutta la toscana e buona parte del centro Italia.
Albero di media taglia e vigoria con chioma allargata e mediamente fitta; buona resistenza a malattie e freddo ,produce olive di forma ovoidale allunga con una buona resa in olio 16/20% dalle quali nasce un olio di buona qualità,fruttato e fine.
LECCINO
Diffuso in tutta Italia e altre parti del mondo per la sua grande resistenza alle avversità principali e la capacità d'adattamento a più terreni;non c'è molta chiarezza sulle sue origini che molto probabilmente sono toscane.Pianta di taglia medio grande, la chioma è espansa fitta, mentre i rami hanno cime risalenti.
Produce un olio di media qualità.
PENDOLINO
Originario del fiorentino,il pendolino è una cultivar di olivo diffusa su buona parte del territorio italiano per la sua capacità di impollinare molte varietà di olivi,viene spesso impiegato con questo ruolo,buona resistenza al freddo le sue olive offrono un ottima resa circa il 20% e generano un olio apprezzabile.
Ma la cultivar più particolare della provincia pisana che caratterizza il territorio di Santa Maria a Monte è indubbiamente la qualità MADREMIGNOLO,l'olio di varietà madremignola è protetto dal disciplinare P.A.T.T (Prodotti Agroalimentari Tradizionali Toscani)della regione toscana che protegge quei prodotti considerati a rischio di scomparsa per lo scarso livello produttivo.
L'olivo Madremignolo è caratterizzato da un portamento semipendulo, con chioma raccolta e folta,
caratterizzata da vigoria media.
Produce olive di forma ellissoidale, simmetrica o leggermente asimmetrica con una resa bassa 11/13% ma che danno origine ad un olio di altissima qualità.
L’olio di madremignola deve la sua
particolarità alla cultivar: è infatti un olio monovarietale. Gli olivi
della varietà Madremignola sono coltivati sui terreni ghiaiosi della
zona di San Colomba e Santa Maria a Monte e questo, insieme alle caratteristiche varietali,
conferisce le doti di freschezza all’olio. E’ un olio molto apprezzato
dai consumatori. Per il suo sapore pizzichino e fruttato si
presta ad essere consumato per il pinzimonio, per fare bruschette e per
condire la ribollita.
1-Esemplare di olivo Madremignolo allevato a vaso.
Forme di allevamento.
VASO
È la vecchia tipologia, ormai del tutto abbandonata negli impianti
recenti a causa della tardiva entrata in produzione e degli oneri legati
alla potatura e alla raccolta. Sopravvive ancora nei vecchi oliveti.
VASO CESPUGLIATO
Concettualmente è simile al precedente ma differisce per l'assenza del
tronco, perciò le branche partono direttamente dalla ceppaia.
ideato per ricostruire gli oliveti distrutti dalle gelate nell'Italia centrale.
VASO POLICONICO
È la forma che ha sostituito il vaso classico, più contenuta in altezza e
con una geometria della chioma razionalizzata in funzione della
produttività e dei costi della raccolta. Ha inoltre una maggiore
precocità di entrata in produzione. La struttura è formata da 3–4
branche che sviluppano ciascuna una chioma distinta di forma conica.
Esistono molte altre forme di allevamento,scelte in base al territorio,al sistema di raccolta alle esigenze di potatura ed alle esigenze aziendali(superintensivo).
Nella provincia di Pisa le più diffuse sono le sopracitate,anche se il Vaso Policonico sta prendendo piede solo negli ultimi anni.
Nessun commento:
Posta un commento